martedì 26 febbraio 2013

Il futuro dai banchi


La Diocesi propone per la Quaresima un cammino di solidarietà e condivisione con le missioni diocesane, attraverso la realizzazione di varie opere tra cui, in Somalia, realizzare una scuola per l'infanzia, per offrire un aiuto psicosociale in favore dei bambini sopravvissuti alle violenze della guerra, traumatizzati dalle dure condizioni di vita e complessivamente trascurati.

Agli inizi degli anni ’90, Galkayo nel Nord Est della Somalia ha subito il contraccolpo della guerra civile. Attualmente, gli scontri sono cessati (come nel resto della Somalia), ma in città vivono moltissimi profughi arrivati dal sud del paese. In generale queste migrazioni interne hanno determinato problemi di rapporto con la popolazione locale e hanno aumentato la povertà. La guerra ha contribuito anche all’aumento della violenza sulle donne e delle separazioni con il conseguente problema del sostentamento delle famiglie. Uno studio condotto nel marzo 2011 in 8 campi profughi nel territorio di Galkayo, promosso dal governo somalo, ha evidenziato una mancanza generale di iniziative all’interno delle comunità e un grave stato di trascuratezza nei confronti dell’infanzia, dovuta alla diffusa povertà e alle difficoltà economiche del Paese. I bambini sono spesso abbandonati a se stessi, o affidati ad altri bambini, o addirittura legati, perché non si allontanino dalle abitazioni, quando le madri si devono assentare per cercare o svolgere dei lavori: diventa quindi proprio necessario offrire anche alle donne (madri e sorelle) un aiuto concreto.

Con l'intervento, realizzato in collaborazione con il partner locale Galkayo Education Center for Peace and Developement (GECPD), si intende aiutare i bambini e le famiglie di Halabookhad e Buulo Bacley e, più in generale, della città di Galkayo.
Le due scuole per l’infanzia aperte nei campi profughi andranno adeguate alle nuove necessità; si svolgerà inoltre un’attività di promozione, rivolta ai genitori e incentrata sull’importanza dell’istruzione e del rispetto delle regole; le attività educative andranno infine programmate in équipe con la supervisione di una coordinatrice/formatrice.

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